Onorevoli Colleghi! - La categoria delle difficoltà evolutive specifiche di apprendimento viene convenzionalmente identificata con l'acronimo DSA, termine con cui ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche, e in particolare a dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.
      La principale caratteristica di questa categoria è quella della «specificità», intesa come un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
      Ad oggi si stima che, tra la terza e la quinta classe scolastica primaria e la terza classe della scuola secondaria di primo grado, il valore medio della prevalenza delle DSA vari dal 3 al 4 per cento. Di fronte a tale stima viene da chiedersi quali misure siano state messe in atto per i soggetti affetti da tali disabilità. A ben vedere ci sarebbe addirittura da chiedersi se non possano considerarsi violati alcuni princìpi cardine della Costituzione, laddove viene garantito il pieno diritto allo studio come diritto all'educazione e al pieno sviluppo della persona umana. Allo stato, infatti, vi sono alcuni cittadini che vedono da anni violati questi loro inalienabili diritti a causa della mancanza di misure educative e didattiche atte a garantire i necessari supporti agli alunni che presentino difficoltà nell'apprendimento, in modo tale da consentire loro un'adeguata

 

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formazione e per prevenirne l'abbandono scolastico.
      La legge n. 104 del 1992, per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, avrebbe potuto prevedere misure in tale senso, nonostante le DSA non siano assimilabili all'handicap (anche se determinano un handicap sociale se non diagnosticate e riabilitate). Sarebbe comunque opportuno che anche tali disturbi possano usufruire degli incontri con specialisti del settore come nei gruppi di lavoro per l'handicap (GLH).
      Per affrontare la problematica, è quindi opportuno, innanzitutto, avere ben chiare le caratteristiche che definiscono le DSA.
      Il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della differenza tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l'età o la classe frequentata) e l'intelligenza generale (adeguata per l'età anagrafica).
      Questa divergenza, come aspetto cardine delle DSA, può manifestarsi come: disturbo specifico della decodifica della lettura (dislessia); disturbo specifico della scrittura, intesa sia come deficit nei processi di cifratura che di realizzazione grafica (disortografia e disgrafia); disturbo specifico della cognizione numerica (discalculia).
      Tali disturbi possono sussistere separatamente o insieme ed è ovvio che, sia separati che uniti, rischiano di compromettere lo studio in tutte le discipline che si basano sui testi.
      È quindi immaginabile lo stato psicologico in cui versano questi alunni che, nonostante enormi sforzi di concentrazione e di autocontrollo, denunciano ritardi nell'apprendimento rispetto ai loro compagni di scuola. La situazione, generalmente, si complica per il fatto che spesso questi comportamenti vengono interpretati male dai docenti che scambiano una difficoltà obiettiva per scarso impegno, pigrizia e svogliatezza. Un dislessico, essendo dotato di normali capacità cognitive, si rende perfettamente conto di quanto semplici siano per i suoi compagni quelle operazioni di lettura, di scrittura o di calcolo e, se non adeguatamente seguìto, spesso cade in depressione o manifesta una comprensibilissima ansia e tensione nervosa.
      Premesso che l'Italia è il fanalino di coda tra i Paesi occidentali nel riconoscimento e nel trattamento delle DSA, è necessaria una presa in carico del problema attraverso un processo integrato e continuativo in cui deve essere garantito il governo coordinato degli interventi per favorire la riduzione del disturbo, nonché l'inserimento scolastico, sociale e lavorativo dell'individuo, orientato al più completo sviluppo delle sue potenzialità.
      A tale fine è innanzitutto necessario procedere a un rapido accertamento diagnostico di una specifica DSA, con la combinazione tra gli strumenti di valutazione affidati a uno specialista e la segnalazione rapida dei primi sospetti da parte degli insegnanti. Successivamente, occorre mettere in atto tutte quelle misure di supporto a carattere umano-relazionale indispensabili per creare un ambiente sereno da cui il dislessico può trarre la fiducia necessaria a evitare le tensioni nervose e le frustrazioni che incidono negativamente nel processo di apprendimento, stando attenti a non mettere in atto, ovviamente, forme di costrizione, rimprovero o minaccia che risulterebbero, a dir poco, controproducenti. Rientrano tra queste misure quegli accorgimenti a carattere dispensativo e compensativo raccomandati dalla circolare n. 4099/A/4, emanata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 5 ottobre 2004, con cui si sollecitano gli insegnanti a utilizzare strumenti che agevolino l'apprendimento di bambini e di ragazzi dislessici e a procedere a una valutazione specifica dei medesimi soggetti in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione finale. Nella circolare si specifica, altresì, che per adottare tali misure può essere sufficiente la diagnosi specialistica, non ritenendo opportuno, nel contempo, per bambini e ragazzi dislessici l'appoggio di un insegnante di
 

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sostegno, adeguatamente supportato da un centro specialistico per la diagnosi e la riabilitazione di tali disturbi.
      Queste misure, che prevedono l'uso di computer, calcolatrici, registratori, mezzi di video scrittura, andranno valutate alla luce del rapporto impiego-risultati.
      Con la presente proposta di legge si intende, pertanto, così come avviene nel resto dei Paesi dell'Unione europea, riconoscere le DSA in modo sistematico, adottando tutte le misure idonee a mettere i ragazzi affetti da DSA in condizione di avvicinarsi al sapere senza le difficoltà incontrate finora.
      Condottieri come Carlo Magno e Napoleone Bonaparte, scrittori e poeti come Hans Christian Andersen e William Butler Yeats, Capi di Stato come Winston Churchill, John Fitzgerald Kennedy e George Washington, artisti come Pablo Picasso o scienziati come Albert Einstein, Galileo Galilei e Isaac Newton sono la dimostrazione di come le DSA non sono malattie e che una maggiore sensibilizzazione su questi problemi potrebbe cambiare molto il mondo della scuola che, a volte, per questi ragazzi più che un luogo dove crescere, apprendendo, è diventato un luogo di sofferenze.
 

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